L'ultimo dei cospiratori (2012) di Giancarlo Onorati
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Il 14 aprile 1865, una settimana dopo la resa del generale Lee agli unionisti, l'attore John Wilkes Booth sparò al 16° Presidente degli Stati Uniti. I detective federali scatenarono un’impressionante caccia all’uomo: in dodici giorni l’assassino era stato ucciso e decine di sospetti erano stati imprigionati a Washington. L’unico a sfuggire fu la spia confederata John H.Surratt che, nell’aprile 1866, fu rintracciata in territorio pontino. Giunto a Roma, Surratt si era arruolato sotto falso nome nell’esercito di Pio IX, ed era stato inviato con la 3a compagnia degli zuavi pontifici a Sezze per combattere il brigantaggio. Tra la primavera e l'autunno del 1866 inizio una complessa partita diplomatica tra Washington e Roma con continui colpi di scena. La lentezza delle comunicazioni, l'arretratezza della "science of identification", l'abilità della giovane ex spia giocarono inizialmente a suo favore (l'incredibile evasione da Veroli fu probabilmente il momento più drammatico della vicenda). Alla fine però le autorità americane riuscirono a mettere le mani addosso a John Surratt che fu arrestato ad Alessandria d'Egitto e fu trasferito negli USA all'inizio del 1867. Sottoposto a processo l'accusa di aver cospirato contro Lincoln fu lasciata cadere poiché i giurati non trovarono un accordo di colpevolezza.
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